Qui venivano allevati, in modo naturale, gli animali che davano ai miei
padroni cibo e vita. Qui veniva spesso una bambina bionda, figlia della
famiglia che mi ha costruito. Veniva con le sue bricioline di pane,
con gli avanzi dei loro pasti,
a nutrire le galline che io proteggevo.
Le gallinelle le correvano incontro quando la vedevano arrivare, consapevoli
delle leccornie che le attendevano. Sono piccoli animaletti golosi le galline, se
ancora non lo sapete. Dovete vedere come bisticciano quando arrivano in
due allo stesso boccone. Sono anche generose, però. Restituivano sempre,
alla mia piccola padroncina, fresche e nutrienti uova che lei portava a casa.
Bè, a volte a casa a dire la verità non ci arrivavano. Ci faceva sopra un
buchino, quella monella, e se le mangiava lì per lì.
Era piccola, ma sapeva riconoscere la gallina che cova,
per quel suo modo di tenere le ali allargate per coprire tutte le uova “gallate”
con il suo corpo e mantenerle calde.
E che emozione quando, una mattina, le uova erano rotte e la gallina aveva
dietro di sé tanti piccoli e rumorosi batuffolini gialli.
Il fattore le stava dietro a quella bimba, perché sapeva che un giorno sarebbe
diventata grande, e si sarebbe presa cura di noi e di tutto il resto.
Il fattore aveva ragione, perché lei è ancora qui ed anche io sono ancora qui.
Sono il
Casale del Fattore